L'ansia dell'attesa di un amico

ANSIA. L’agitazione che ci assale quando si aspetta un caro amico vicino al binario. Oppure la trepidazione di rivedere i propri cari dopo i vari mesi di lockdown ferreo del 2020. Malgrado il batticuore, queste emozioni sono piacevoli.

Tuttavia l’ansia da positiva può trasformarsi in un vero macigno non solo per gli adulti, ma sempre più spesso anche nei giovani.

Secondo uno studio del livello di benessere e malessere nelle scuole italiane, è risultato che il 60% del gruppo intervistato vive male la scuola stabilmente. L’ansia scolastica colpisce molti ragazzi adolescenti, nonché bambini.

Cos’è l’ansia per la scuola? Perché la scuola mette ansia? Come i DSA influiscono sullo sviluppo dell’ansia da prestazione scolastica e come si può superare?

Sono tutte domande che troveranno risposta in questo articolo.

Che cos’è l’ansia scolastica

Possiamo definire l’ansia un’emozione che si manifesta con tensione, agitazione, senso di pericolo, disagio importante tanto da influire anche a livello fisico con l’aumentare della pressione del sangue, mal di pancia o mal di testa per esempio.

Quando è rivolta verso la scuola si parla di ansia scolastica e quando diventa fuori controllo si parla di fobia scolare, ossia un comportamento di rifiuto scolare che rientra nella categoria diagnostica del DSM V delle fobie specifiche. Per essere ritenuta in questi termini, questa condizione deve durare almeno per due settimane o se il periodo è più breve deve avere un importante impatto sul quotidiano della famiglia.

Sintomi della fobia scolare

Affrontare l'ansia scolastica dei bambini

I sintomi non sono sempre facili da capire, perché si possono facilmente confondere con dei capricci. Per di più, specialmente in età adolescenziale, può essere scambiata per scarsa motivazione o pigrizia.

Ansia per la scuola negli adolescenti

Talvolta il disagio viene avvertito già la sera prima con difficoltà nell’addormentarsi. Al mattino con il procrastinare nel prepararsi. Come per rimandare il fatidico momento. Si possono manifestare malesseri come il mal di testa, mal di pancia, pianti e tremore. Al momento dell’ingresso a scuola si possono verificare anche vere e proprie crisi di panico.

Quando si presenta l’ansia per la scuola

Come tutte le nuove circostanze, i cambi di ciclo segnano un picco del problema. L’ingresso alla scuola materna può essere scatenato dall’ansia da separazione. I passaggi alla scuola elementare e a quelle superiori di primo e secondo grado, sono più legati a un fattore prestativo o al giudizio altrui. In ogni caso, quest’angoscia non solo impedisce di vivere in modo sereno, ma può avere un forte impatto a livello sociale e sul rendimento scolastico.

Come superare l’ansia a scuola

Considerato il forte impatto che può avere l’ansia sulla vita in generale, e quella scolastica nello specifico, è importante capire come gestire questa emozione, tanto stimolante quanto sconvolgente.

Stimolante perché può dare più energia per concentrarsi o impegnarsi in modo più solerte ma, se non è gestita in modo adeguato, può annebbiare la mente e bloccare ogni sforzo. Alcune strategie possono aiutare a mantenere questo equilibrio. Le puoi leggere qui.

Identificare le cause per affrontare l’apprensione

Quando il problema è importante e impedisce un normale percorso scolastico, identificare la vera causa è il primo passo. Non sempre il più semplice. In particolare per quanto riguarda i bambini, perché non hanno le capacità cognitive per spiegare il proprio malessere.

Un bambino potrebbe evitare la scuola a causa di oggetti o situazioni legati all’ambiente didattico, che vive con paura o in maniera negativa.

Un altro motivo potrebbe essere di tipo sociale, rapporto con gli insegnanti o con i compagni se, per esempio, fosse vittima di bullismo.

Fuori dal contesto scolastico potrebbe essere la ricerca di attenzioni da parte dei genitori o di altre persone significative per i bambini.

Nel caso degli adolescenti, il giudizio dei compagni ha certamente un peso molto grande, ma anche un disturbo dell’apprendimento, in particolare se non è stato identificato, può portare all’isolamento sociale e alla paura per la scuola.

Disturbi specifici dell’apprendimento e ansia da prestazione scolastica

I DSA non sono una malattia. Nondimeno il loro impatto sulla vita è notevole. Queste difficoltà croniche, che in pochi capiscono realmente, portano lo studente a ritenersi inadeguato, incapace e stupido. Ecco la porta spalancata all’ansia da prestazione. Perché i bambini e ragazzi dislessici sono così vulnerabili sotto questo aspetto?

Il bambino, molto prima degli adulti, insegnanti o genitori che siano, sa che qualcosa non va. Ma cosa? Quello che ai suoi compagni risulta semplice e naturale, a lui richiede un impegno immane ed produce un risultato anche scarso. L’unica spiegazione logica che trova è il non essere capace o all’altezza. Si sente stupido.

Siccome questa situazione nasce dalla prima elementare, possiamo ben capire che, con l’avanzare del suo percorso scolastico, quest’emozione diventi un sentimento fortemente radicato. Ovviamente il rapporto con la scuola non è né sereno, né piacevole. (Ti potrebbe interessare questo video).

Subentra però un altro fattore. Molto spesso il voto dato a un compito non è percepito come una valutazione del compito, ma della persona. Voto basso = persona di scarso valore.

Ecco, la sublimazione dell’autostima svanisce completamente come un gas nell’aria.

Gli errori? L’occasione giusta per superare l’ansia da prestazione scolastica

Quando la preoccupazione è principalmente legata alla performance, un giusto concetto dell’errore è fondamentale. Da questo punto di vista, mi sento di dire che noi adulti per primi dobbiamo averne la giusta percezione. La performance diventa molto importante per i ragazzi spesso perché lo è in primis per i genitori o per gli insegnanti.

L’errore è considerato una mancanza, una macchia, una colpa. Ma in realtà senza l’errore non ci sarebbe lo sviluppo dell’intelligenza umana. Esagero?

Le neuroscienze cognitive hanno dimostrato che il neonato crea la sua rappresentazione del mondo esterno grazie all’errore. In pratica, come lo spiega il Professore Dehaene, come un bravo scienziato, fa un’ipotesi e poi controlla se è vera. Quando non lo è, corregge l’ipotesi e, con il tempo si crea la sua visione del mondo esterno.

Siamo quello che siamo grazie agli errori che abbiamo corretto.

La valutazione scolastica, data dai voti, non può rappresentare il valore dell’individuo, ma dà la direzione del suo apprendimento. È un percorso.

Nondimeno, come il nostro piccolo scienziato era abituato, davanti all’errore, a valutare un’altra ipotesi, allo stesso modo il bambino, con o senza DSA, dev’essere aiutato ad adottare pratiche funzionali.

Nessuno sarebbe motivato e sereno se pensasse di rincorrere i mulini a vento. Non è forse vero? Ma se l’ansia a scuola blocca gli apprendimenti scolastici?

Trattamento cognitivo comportamentale e parent training

L’aiuto di uno specialista può essere la carta vincente. La psicoterapia ha l’obiettivo di aiutare il bambino ansioso a imparare a conoscere le emozioni, non soltanto per definirle, ma anche per attribuirne un’intensità e una durata. Gli verrà insegnato a riconoscere i pensieri disfunzionali, a capire come correggerli e infine a rafforzare queste buone pratiche.

In questo percorso, il ruolo dei genitori è fondamentale sia come supporto che come collaborazione: non è raro infatti che il nostro modo di gestire l’ansia si rifletta sui nostri ragazzi. Un percorso di psicoeducazione con i genitori è utile da organizzare in parallelo a quello del bambino.

Terapia scolastica

Può essere utile anche questo tipo di terapia. Sempre in totale collaborazione con i genitori e il terapista. Gli insegnanti possono attuare delle metodologie nel contesto classe che permettono di migliorare il rapporto con gli alunni e, in modo specifico, con chi soffre di stati ansiosi.

Rimedi naturali per controllare l’ansia per la scuola

Anche i rimedi naturali non sono da sottovalutare. Come consigliava la nonna, una buona camomilla ha sempre un effetto rilassante. La melissa, in tisana per esempio, è molto utile per calmare le tensioni anche a livello gastrointestinale. La valeriana,  prima di andare a dormire, è utile nel favorire l’addormentamento. Non meno importante è un’adeguata attività fisica. Infine potremmo accennare all’importanza di una buona colazione, ma prestando molta attenzione all’apporto di zuccheri.

In conclusione, vorrei citare la Prof.ssa Lucangeli nel suo libro “Cinque lezioni leggere sull’emozione di apprendere”. Parlando di genitori, insegnanti ed educatori, e della loro responsabilità, dice che devono

“portare i piccoli da un processo di etero-regolazione a uno di auto-regolazione emozionale, in cui ansia, paura, rabbia, stress non siano le emozioni in cui stanno costantemente, ma siano quantomeno compensate da altre risorse positive: la condivisione, il conforto, la consolazione, la compagnia, il piacere, l’interesse, la curiosità, la sfida positiva con se stessi.”