Progetto “Facciamo rete”: chi siamo
Manuela Belfiglio
Coordinatrice, Tutor DSA e Copywriter
Professione mamma. Negli ultimi venti anni sono stata principalmente la mamma di due bambini con DSA. Dico principalmente perché quando i Disturbi Specifici dell’Apprendimento entrano a fare parte della nostra vita occupano molto spazio. Tanto spazio. Comportano tanto sotto molti aspetti, perché creano difficoltà a scuola, certo, ma anche a casa per tutto il carico di stress, tensioni e sfide che portano con sé. Gli anni sono passati e ormai i bambini sono diventati ragazzi e abbiamo imparato tutti a convivere con questi dispettosi DSA, ma con serenità e la consapevolezza che non si vive la dislessia, ma la vita. Quindi anche se non esiste un diploma, ho maturato la mia esperienza sul campo come tante altre mamme.
Un percorso pieno di sorprese
Sono cresciuta in Svizzera, precisamente a Yverdon-les-Bains. Una bella cittadina in riva al lago di Neuchâtel. Lì ho svolto tutti i miei studi. Scuola elementare, secondaria e infine secondaria di secondo grado, con l’indirizzo ragioneria.
L’insegnamento era un indirizzo che mi sarebbe piaciuto e credo per il quale sono abbastanza portata, ma la mia strada ha preso una direzione diversa. Ho lavorato prima come segretaria in una falegnameria a conduzione familiare e in seguito per alcuni anni come assistente al reparto logistica di una multinazionale di malte per costruzioni. Ciononostante, il mio percorso prese nuovamente un verso inaspettato, quando incontrai mio marito. Infatti mi trasferii in Italia prima in Toscana, in provincia di Firenze e poi in Abruzzo in provincia di Chieti.
Insieme a mio marito, ci piaceva che potessi rimanere a casa con i bambini e così ci siamo organizzati per renderlo possibile. Fu una decisione provvidenziale con il nostro incontro con i disturbi specifici dell’apprendimento. Fu in questo contesto che la mia propensione per l’insegnamento mi è stata molto utile.
All’epoca, per me, la dislessia era solo un termine tanto vago quanto ignoto. Così, in modo da capire come aiutare mio figlio, ho iniziato a leggere e studiare l’argomento. Purtroppo in questo frangente sono incappata in svariate informazioni, alcune molto pratiche e attendibili, ma altre anche completamente senza fondamento e fuorvianti. Per di più l’aiuto che viene proposto può diventare anche molto oneroso e non sempre funzionale. A momenti sembrava veramente di essere in mezzo ad un labirinto infinito, essendo soli nel cercare di venirne fuori in qualche modo.
Col tempo le cose iniziarono ad andare meglio e si è cominciato a vedere la luce in fondo al tunnel. A questo punto ho deciso di dare un nuovo indirizzo al mio percorso e sfruttare la mia esperienza in un modo nuovo.
Come aiutare altri genitori di bambini con DSA
Negli svariati racconti di altri genitori, ho riscontrato che i miei sentimenti non erano affatto unici. Così mi è nato il desiderio di aiutare anche altri genitori a colmare sia la sensazione di solitudine e smarrimento provocati dai DSA, così come quello di favorire la collaborazione con la scuola e gli specialisti, fondamentale per aiutare in modo efficace i bambini.
Da quel momento ho approfondito da un lato la mia competenza legata ai DSA, con un corso di alta formazione di tutor per studenti con DSA e dall’altro quelle come SEO copywriter frequentando un corso specializzato in scrittura per il web, clicca qui se vuoi saperne di più. Tutto questo mi ha reso possibile creare contenuti non solo informazionali, ma anche in grado di essere accessibili grazie ad un buon posizionamento sui motori di ricerche. L’informazione è molto importante e spesso manca ancora per quanto riguarda i DSA. Però la divulgazione da sola non basta.
La sfida del creare una rete
Se la conoscenza è essenziale, la pratica lo è ancora di più. Per questo è fondamentale la collaborazione. Fare rete. Di questi tempi è una caratteristica molto ricercata, ma è sempre più difficile lavorare insieme. Qualche volta a motivo di pregiudizi e vere e proprie chiusure mentali. Ma altre volte per mancanza di tempo, di opportunità e certe volte anche di disponibilità economica.
Nel caso dei DSA, la cooperazione coinvolge molte figure diverse e tutte molto impegnate. Di conseguenza anche di fronte alla buona volontà, le sfide non sono poche. Ad ogni modo grazie al profondo desiderio di aiutare in modo efficace non solo i bambini, ma anche le famiglie. Si sono uniti a me tre specialisti, alcune insegnanti e un tutor per creare questa rete che permetta a nostri figli di crescere e sbocciare non in funzione della loro dislessia, ma secondo il proprio essere. Se desideri essere aggiornato sul progetto “Facciamo rete” iscriviti alla newsletter.