Disgrafia? Chi non si è trovato in farmacia con una ricetta in mano indecifrabile, o perlomeno, che solo il farmacista riesce a capire? Addirittura qualcuno ha chiesto ironicamente, perché nel corso di laurea in medicina non è incluso un esame di calligrafia.

Una calligrafia illeggibile non è per forza indice di disgrafia. La grafia nel corso del tempo cambia e si evolve, specialmente durante la crescita dei bambini, per l’appunto l’età evolutiva. Quindi cos’è la disgrafia e come si manifesta?

La disgrafia cos’è?

La disgrafia è un Disturbo Specifico dell’Apprendimento che in particolare riguarda l’area grafo-motoria. Quindi in pratica si manifesta nel modo di scrivere. Riguarda i processi mentali che trasformano il suono (fonema) in tratto scritto (grafema).

Quando la scrittura risulta inadatta in rapporto all’età sia nella forma che nella rapidità e fluidità del tratto scritto si può essere in presenza della disgrafia.

Come nel caso degli altri DSA, disortografia, discalculia o dislessia, solo nel caso che l’istruzione sia stata adeguata, non ci siano deficit sensoriali e che le capacità cognitive siano nella norma o superiore si può parlare di DSA. Non è un DSA se c’è un ritardo mentale.

Quali sono le cause?

Le cause della disgrafia sono neurobiologiche, per questo motivo il disturbo permane nel tempo, anche se può evolversi. Tuttavia, secondo l’Associazione Italiana Disgrafie, la ricerca per quanto riguarda specificamente i problemi esecutivi della scrittura sono marginali rispetto ai  processi di apprendimento della lettura o della componente linguistica della scrittura (metafonologia e ortografia). Comunque indica che dai più recenti studi di neuroscienze questo DSA deriva da un’interazione tra le caratteristiche specifiche dell’individuo (aspetto neurobiologico) e quelle ambientali (sociali, educative e scolastiche) difficilmente dissociabili tra loro. Per cui ancora oggi spesso è abbinata o alla dislessia o alla disprassia.

Qual’è la portata del disturbo?

Il disturbo dell’area della scrittura non è marginale. Secondo una ricerca svolta in diverse regioni italiane dall’Associazione GraficaMente su più di 2200 bambini alla fine della quinta elementare, quando lo sviluppo grafo-motorio dovrebbe essere consolidato, il 20,7% presentava difficoltà esecutive nella scrittura a mano e il 5,5% in modo grave. Ciò che fa pensare ad un fenomeno sommerso è che del 20,7% menzionato prima, solo il 0,7% avevano una disgrafia diagnosticata. Da tutto questo comprendiamo che questa difficoltà è alquanto diffusa, complessa e poco conosciuta.

Quali sono le conseguenze?

Pensare solo alla difficoltà nel rileggersi è minimizzare l’entità del problema. Come prima cosa a scuola con l’aumento della richiesta di rapidità e di quantità di lavoro scritto, cresce anche il senso di inadeguatezza.

Si innesca una spirale negativa; come aumentano i ritmi, la scrittura peggiora. È come se la macchina fosse fuori controllo, perché la scrittura richiede così tanta attenzione che diminuisce il rendimento nei componimenti scritti e nella correttezza ortografica.

difficolta disgrafiche

Influisce negativamente anche sul rendimento in matematica. Queste difficoltà in aumento, spesso anche il dolore fisico che provoca lo sforzo per scrivere, vanno a minare la motivazione per le attività scolastiche, specialmente per quelle scritte. Citando la già menzionata associazione:

Il mancato apprendimento di una adeguata scrittura manuale genera quindi a catena o si associa perversamente a una serie di altre difficoltà scolastiche, minando progressivamente la motivazione allo studio, il profitto scolastico e la fiducia in sé, spesso peggiorando i rapporti con insegnanti e genitori, se non anche con i compagni.

Quindi non stiamo parlando di un disturbo di poca rilevanza. È bene sapere tuttavia che individuare precocemente queste criticità permette un intervento molto efficace.

Come riconoscere la disgrafia

I sintomi della disgrafia, o più correttamente le caratteristiche della disgrafia (perché non è una malattia), ovviamente si vedono osservando il lavoro scritto.

Le difficoltà possono riguardare:

  • la postura,
  • l’impugnatura della penna o della matita,
  • la gestione dello spazio sul foglio,
  • la dimensione delle lettere,
  • la forma delle lettere,
  • la pressione della scrittura.
Cosa fare nel dubbio?

Come nel caso degli altri DSA, la tempestività è la carta vincente. Prima si può intervenire per un recupero e più efficace sarà. Quindi nel dubbio è bene sottoporre la questione al neuropsicologo che provvederà ad effettuare diversi test di valutazione. La batteria di test per la disgrafia valuterà tanti aspetti, come, per esempio, il segno grafico (analisi morfologica) e la fluenza del tratto (velocità nella produzione dei grafemi). Inoltre terrà conto sia del corsivo imparato a scuola che dello script, così come della postura e della prensione della penna.

Se la diagnosi ci dà conferma

Ottenuta la diagnosi ci saranno probabilmente due cose da fare.

  1. Organizzare l’intervento di recupero e potenziamento delle abilità di scrittura.
  2. Presentare la diagnosi alla scuola

Il tipo di rieducazione della scrittura verrà consigliata dallo specialista. Il recupero verrà svolto o dal logopedista o dallo psicomotricista. Questi ultimi hanno riscontrato, a secondo del grado di difficoltà, che si ottengono buoni risultati, a volte anche ottimi. 

Nel contesto della scuola è bene ricordare che il primo protagonista nel scegliere cosa è meglio sarà il buon senso e l’interesse per il benessere del bambino. Dopo la valutazione insieme alla famiglia e lo specialista, saranno adottati gli strumenti compensativi e dispensativi del caso, con la compilazione del relativo PDP, Piano Didattico Personalizzato. 

Per esempio:

Cos’è meglio usare, il corsivo o lo stampatello?

Il corsivo, non alzando la penna dal foglio può rendere più facile organizzare la scrittura sul foglio. In altri casi lo stampatello può risultare di esecuzione più facile e quindi preferibile.

Altre alternative possono essere:

  • quaderni con la riga della scrittura evidenziata,
  • fornire le schede o la copia scritta da un compagno,
  • fare una registrazione della lezione o della spiegazione dei compiti da svolgere,
  • la dettatura su PC,
  • dare più tempo per lo svolgimento delle prove scritte,
  • preferire interrogazioni di tipo orale o permettere al ragazzo di spiegare oralmente il pensiero che ha scritto.

In conclusione la disgrafia, prima per i bambini, ma poi anche per gli adulti presenta non poche sfide. Tu quali incontri e come le affronti? Quali sistemi usi per ovviare alle varie difficoltà che ti trovi ad affrontare? Scrivilo nei commenti.

Fonte: Associazione Italiana Disgrafie

* “Documenti” di Google Drive nel menu “Strumenti” si trova la voce “Digitazione vocale” permettendo così di dettare il testo al computer. (Vedi altri programmi di dettatura su PC).