Cosa s’intende per disortografia? All’era dei messaggini su Whatsapp con tutte le parole in codice del tipo tvb, cmq, xkè o c6, l’ortografia sembra un argomento antiquato, ma è tutt’altro che così.
Al di fuori del mondo dei messaggini, tanto cari ai nostri ragazzi, lo scritto e di conseguenza la correttezza ortografica sono sempre importanti. Non solo a scuola, ma anche nel mondo degli adulti, sul lavoro e non solo. Può dare una buona o una cattiva impressione sull’autore del testo o addirittura trasmettere un messaggio non chiaro o fuorviante. Quindi essere un disortografico adulto o meno, può diventare veramente problematico ed è importante capire di cosa stiamo parlando e cosa fare in caso di disortografia.
Cos’è la disortografia
Insieme, dislessia, discalculia, disgrafia e disortografia, fanno parte dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Forse ti chiederai che differenza c’è tra disgrafia e disortografia. Sono entrambi disturbi della scrittura, ma non riguarda la calligrafia come nel caso della disgrafia, bensì la correttezza della scrittura, cioè l’ortografia come capacità di scrivere correttamente i suoni e le parole della propria lingua. Molto spesso disortografia e disgrafia vanno a braccetto, potremmo dire un po’ che si autoalimentano, perché?
La disgrafia, con uno scarso controllo della componente motoria del tratto grafico, provoca una scarsa leggibilità che renderà difficile la rilettura e la conseguente autocorrezione; d’altro canto la disortografia può portare il bambino a scrivere in modo illeggibile per nascondere gli errori. Ma questo non significa che siano sempre presenti entrambi i disturbi, ma è bene sapere che esiste una comorbilità tra la disortografia e disgrafia. Prima di andare avanti, è importante comunque fare una premessa.
Disortografia o difficoltà ortografica
L’apprendimento della lingua scritta in italiano è molto agevole principalmente per la sua struttura trasparente, cioè la generale corrispondenza tra il suono e il grafema o la lettera, cosa ben diversa in inglese o in francese. Comunque anche l’italiano ha le sue eccezioni che bisogna imparare.
Queste regole vengono presentate in modo progressivo nei primi anni della scuola elementare, ma ogni bambino ha i suoi ritmi. Più viene confrontato con queste regole e più s’imprimono nella giovane mente.
La difficoltà ortografica è ben diversa dalla disortografia. La difficoltà, se dovutamente potenziata e stimolata si risolve, nel caso della disortografia evolutiva, la difficoltà permane, anche se si evolverà negli anni.
Disortografia cause
Come nel caso degli altri DSA, anche la disortografia ha una causa neurobiologica. Riguarda il periodo di sviluppo del cervello e più precisamente la fase chiamata migrazione neurale, un processo che permette ai neuroni di raggiungere le loro destinazioni finali e connettersi con altri neuroni. Per motivi genetici alcuni neuroni non raggiungono la destinazione giusta. Per questo motivo alcune reti non funzionano in modo ottimale, ma grazie alla grande capacità plastica del cervello, si creano percorsi alternativi. Per questo motivo il disturbo è specifico ad un’area dell’apprendimento e rimane per la vita, ma è anche vero che si può migliorare la disortografia come vedremo in seguito. In primo luogo è importante accorgersi di questo disturbo di compitazione.
I sintomi, o più correttamente i segnali (perché non è una malattia), sono appunto gli errori di ortografia.
La scrittura richiede diverse abilità come la memoria a breve termine, la capacità di transcodifica suono-segno o la consapevolezza sia fonologica che tra il linguaggio orale e la scrittura. Abilità che nel caso di un disortografico sono spesso deficitarie.
Quindi per individuare il problema di disortografia è necessario soffermarsi e analizzare il tipo di errori che vengono fatti, anche dopo un’attività di recupero mirato. Questi errori si possono dividere in tre categorie.
Errori fonologici
Questi sbagli sono legati ad una scorretta identificazione del suono. Per esempio le confusioni più comuni sono tra i suoni f/v e g/q o m/n e p/b. In altre parole la difficoltà deriva proprio dall’associare la lettera giusta al suono ascoltato.Errori fonetici
In questi casi l’errore deriva dal non riuscire a valutare la durata o l’intensità del suono. I casi più comuni sono gli accenti e le doppie.Errori ortografici o non fonologici
Questa terza categoria include di fatto le eccezioni della lingua italiana, come scuola e non squola o acqua e non aqua.Altri “sintomi” della disortografia sono la lentezza nella produzione, le omissioni, inversioni, sostituzioni e inserzione di fonemi e la difficoltà nell’uso della punteggiatura. Siccome i processi implicati nella scrittura sono diversi, gli errori sono generalmente correlati a quello deficitario, o il processo fonologico o quello ortografico.
Cosa significa scrivere per un disortografico
Questi processi legati alla scrittura, non si automatizzano, creando grosse difficoltà non solo nello scritto sotto dettatura, ma anche nello scritto spontaneo. Di conseguenza l’atto della scrittura richiede così tanto impegno ed energia che andrà a discapito del contenuto. Per esempio nel caso di un tema, ne soffrirà il ragionamento e l’organizzazione delle informazioni. La mancata diagnosi di questo DSA comporta diverse conseguenze, in particolare di natura psicologica. Il ripresentarsi continuo degli errori, con o senza il raffronto con i compagni di classe, crea demotivazione, insicurezza e scarsa autostima, rendendo i compiti scritti molto difficili e pesanti. Quindi nascono spontanee due domande: quando è possibile fare la diagnosi di disortografia e come migliorare la disortografia.Disortografia cosa fare
Se per far fronte alle difficoltà ortografiche basterà un lavoro di recupero strutturato sulla base del tipo di errori dello studente. Nel caso di una sospetta disortografia, la valutazione precoce e specifica da parte dello specialista sarà un grande vantaggio per il bambino sia per attuare un percorso riabilitativo specialistico, che per la predisposizione delle misure didattiche adatte all’alunno.
Un intervento tempestivo limiterà l’impatto negativo che comporta di per sé il disturbo. Quindi la valutazione non ha semplicemente l’obiettivo di definire un disturbo. La cura della disortografia, non esiste, ma la diagnosi permette di aver cura del disortografico stabilendo interventi finalizzati al sostegno del bambino e dei suoi apprendimenti.
La diagnosi
La diagnosi di disortografia è fatta da un medico, solitamente uno psicologo o neuropsichiatra, generalmente a fine seconda elementare. Tuttavia anche in prima elementare, se si notano difficoltà di associazione suono/grafema o sono presenti altri fattori predittivi di DSA, potrebbe essere opportuno fare una valutazione dallo specialista prima.
La visita è strutturata in tre fasi: un colloquio, i test e la relazione. Durante il colloquio il medico valuta i criteri di inclusione ed esclusione. Per esempio se l’accesso agli apprendimenti è stato adeguato, che non ci sono problemi sensoriali, come la sordità per esempio. Inoltre valuta anche il contesto del bambino o dell’adulto. In altre parole fa l’anamnesi completa.
In seguito passerà alla somministrazione dei test. Sono batterie di test standardizzate in base all’età e verranno valutate i vari processi implicati. La valutazione non è determinata semplicemente dal risultato di un test, ma viene contestualizzato per determinare un profilo di funzionamento completo.
Infine il medico restituirà la sua relazione dando indicazioni rispetto agli interventi da programmare, la didattica da adottare e gli strumenti compensativi da usare. Tutte queste informazioni sono molto importanti sia per i bambini, ma anche per disortografici adulti. Nel loro caso lo specialista potrà dare indicazioni pratiche rispetto alle difficoltà che l’adulto affronta nella sua vita, sul lavoro, nello studio o di altro genere.
Come migliorare la disortografia
Lo specialista, tenendo a mente il profilo di funzionamento completo, potrà indicare il percorso d’intervento più profittevole. Due percorsi diversi sono:
- il metodo SLB (Semplifichiamo la Lettura a tutti i Bambini) associato alla conoscenza metafonologica, ovvero la capacità di segmentare le parole nelle loro unità costituenti, sillabe o fonemi;
- il trattamento Lessico e Ortografia che ha lo scopo di migliorare correttezza ed efficacia della scrittura attraverso l’incremento lessicale evitando il ricorso ad esercizi ortografici noiosi, ma soprattutto inefficaci.
Nel caso della disortografia negli adulti, il profilo potrebbe mettere in luce difficoltà non tanto legate all’ortografia, per esempio l’errore da solo viene individuato facilmente, ma nella scrittura di getto non più, perché potrebbe dipendere da altri processi. Quindi in questo caso l’intervento sarà di natura diversa, sull’attenzione o sui processi esecutivi ad esempio.
Da questo comprendiamo l’importanza di una diagnosi approfondita e accurata per migliorare effettivamente la disortografia. Ma che dire della scuola?
Cosa fare con un bambino disortografico a scuola
Per una didattica ottimale è strategica la collaborazione con lo specialista. Perché con la sua valutazione potrà dare le indicazioni sui metodi e sui mezzi più funzionali da adottare.
Alle elementari
All’ora dell’introduzione della scrittura si può dire, in linea generale, che alcune pratiche possono aumentare la difficoltà del compito, come:
- L’introduzione simultanea di più tipi di caratteri, stampato maiuscolo, minuscolo o corsivo. È importante che il primo carattere sia stabilizzato prima di introdurre il seguente.
- L’adozione di caratteri bizzarri come le lettere e i numeri quadrati.
- L’insegnamento della scrittura in stampato minuscolo con l’obiettivo di facilitarne l’apprendimento in lettura. Non ci sono evidenze scientifiche al riguardo. Inoltre lo script aumenta la difficoltà di riconoscimento visivo per molte lettere (p, q, d, b oppure u, n, e h).
- L’uso anomalo di trattini, barre e segni di punteggiatura per separare le parole. Crea affollamento visivo rendendo le parole meno riconoscibili.
- L’uso inappropriato di segni aritmetici (M+A=MA)
- Usi non convenzionali nell’andare a capo. Quest’ultimo ha una funzione testuale che va insegnata da subito.
- Le sollecitazioni a riscrivere più volte un compito mal riuscito.
- L’esposizione di alfabetieri con un ordine vocali, consonanti e lettere straniere. Acquisire familiarità con l’ordine alfabetico da subito ne agevola il ricordo.
La sperimentazione del trattamento Lessico e Ortografia ha dimostrato che le attività di lettura e scrittura vanno di pari passo. Questo significa che non è necessario introdurre sfasature fra i compiti di lettura e scrittura, perché le competenze lessicali influiscono in modo positivo sia sulla lettura che sulla scrittura.
Sviluppare la capacità di revisione è anche molto importante. Per fare questo l’alunno deve essere consapevole dei suoi punti deboli (le doppie, l’”h” o gli accenti). Per allenarlo si può procedere per gradi. Nel testo che ha scritto indicare la frase che contiene l’errore, se non lo trova, indicare la parola e infine chiedergli se è in grado di scrivere la parola correttamente.
Cosa possono fare i genitori?
Rendere il bambino il più consapevole possibile circa i propri punti di debolezza per permettergli di diventare autonomo nell’autocorrezione.
Costruire dei piccoli promemoria da appendere dove fa solitamente i compiti; dove sono esposte le regole ortografiche per lui più difficili da imparare, accompagnate da esempi.
Il ruolo dei genitori e guidarlo verso l’autonomia, quindi attenzione a non anticipare le sue azioni e non fare le cose al posto suo.
Per tutti gli ordini scolastici
Lo strumento chiave è il PDP, Piano Didattico Personalizzato.
Questo documento indicherà gli strumenti compensativi e dispensativi utili allo studente per essere, non facilitato, ma bensì essere nella stessa condizione dei suoi compagni per studiare e apprendere con profitto.
Quindi non è semplicemente fare un elenco di strumenti, come mappe, schemi o l’uso di un programma di videoscrittura. Sarà necessario valutare con attenzione gli strumenti che valorizzano il lavoro dello studente, oltre che aiutarlo a sviluppare le sue capacità di apprendimento anche se diverse dagli altri.
Per esempio uno strumento compensativo molto importante per la disortografia è il programma di videoscrittura con il correttore ortografico integrato. Per essere effettivamente efficace, non si dovrebbe incoraggiare l’apprendimento anche della dattiloscrittura con le 10 dita già alla fine delle elementari?
In questo modo sarebbe uno strumento veramente vantaggioso. Con la scrittura a 10 dita, la concentrazione non è più sulla digitazione, ma su ciò che si scrive e la correzione è guidata dal correttore ortografico.
Di fatto, a scuola, questo aspetto non è considerato per niente, invece potrebbe offrire un’opportunità importante per raggiungere gli obiettivi di apprendimento, non solo per quanto riguarda le materie letterarie, ma in modo trasversale per tutte le materie. Per di più sarebbe un bagaglio utile non solo per i disortografici, ma per tutti.
Tu come usi i programmi di videoscrittura con i tuoi figli con disortografia? Quali sono i vantaggi o le difficoltà che incontri? Hai mai suggerito la digitazione con le 10 dita ai tuoi ragazzi? Raccontamelo nei commenti.
Leggi anche “Perché è importante scrivere con 10 dita al pc“
Foto di Tumisu e kropekk_pl da Pixabay
Fonte: Le guide Erickson – Dislessia e altri DSA a scuola
Buongiorno. Mia figlia Giulia 16 anni. Scopriamo solo ora che quando scrive fa ancora innumerevoli errori ortografici. La scuola non ce lo ha mai segnalato e alle elementari non ricordo voti che non fossero altissimi, anche in italiano. Giulia,intelligente, artista, piena di fantasia, mi confessa ora che gli insegnanti l’hanno sempre ” graziata” per i contenuti, perdonando la pessima ortografia. La sua grafia non la trovo pessima ma non agevolmente leggibile. Sa scrivere in corsivo ma non lo fa mai. Scrive in uno stampatello minuscolo non molto bello. Lei dice che quando le torna un tema corretto, si rende conto dei tanti errori fatti, li riconosce, ma non riesce ad evitarli scrivendo di getto e spesso non ha tempo di rileggere e correggere o, quando lo fa, il tempo è limitato e nella fretta non vede gli errori. Cosa posso fare per aiutarla a migliorare?
La ringrazio, per qualsiasi consiglio possa darmi.
Buona giornata,
Francesca
Salve Francesca. Considerando che il problema ortografico è una costante del percorso scolastico e in particolare nella scrittura di getto. Forse fare una valutazione funzionale approfondita ti consentirà di capire con precisione cosa sia più funzionale per aiutare Giulia. Se lo desideri puoi leggere l’articolo che ne parla https://www.dsaok.it/valutazione-funzionale-e-diagnosi-dsa/.