Ansia scolastica. Queste due parole ci fanno tornare a mente quel mal di pancia prima di un esame, oppure il batticuore prima di una verifica o il fiato corto al solo pensiero di essere interrogati. Sono sentimenti che tutti abbiamo provato e imparato a gestire.
Tuttavia imparare a far fronte allo stato d’ansia non è un processo semplice ed automatico. Specialmente nelle fasi di cambio di ciclo tra scuola elementare e media o tra le medie e le superiori, l’apprensione è più forte.
Le cause possono essere legate alla paura del bullismo, al timore dell’insegnante, la paura di avere brutti voti o di non essere all’altezza delle aspettative dei genitori.
Pur essendo emozioni che tutti abbiamo provato, le statistiche dimostrano che i bambini o ragazzi con DSA, Disturbi Specifici dell’Apprendimento, sono più soggetti a stati d’ansia legati alla scuola.
Ansia a scuola e DSA
Il Professore Roberto Segala, neuropsichiatra infantile, in una sua presentazione menziona che il 70% dei bambini con difficoltà di apprendimento presenta sintomi riconducibili all’ansia scolastica. È una condizione molto comune per i dislessici.
Diversi fattori favoriscono l’ansia. I continui e ripetuti insuccessi scolastici. Il senso di solitudine. Perché spesso vivono una difficoltà che non capiscono bene né loro, né chi li circonda. Infatti non è insolito che le loro difficoltà siano incomprese e scambiate per svogliatezza e negligenza. Tutto questo porta ad una forte sofferenza emotiva che può manifestarsi da un lato con rabbia e aggressività oppure con un ritiro interiore e un isolamento che possono portare ad veri e propri stati di ansia e depressione.
In una condizione di stress scolastico continuo, non rimane difficile immaginare l’impatto negativo che queste emozioni possano avere sugli apprendimenti. Quindi non solo questi sentimenti minano l’autostima e la propensione nel fare cose nuove. Creano in realtà un ostacolo importante alle nuove conoscenze, per le quali l’accesso è già difficoltoso. Che siamo genitori o insegnanti come possiamo aiutare questi ragazzi a far fronte all’ansia?
1. Mostrare empatia
Secondo l’Enciclopedia Treccani l’empatia è la capacità di porsi nella situazione di un’altra persona o, più esattamente, di comprendere immediatamente i processi psichici dell’altro.
Questo implica non banalizzare i sentimenti del bambino con frase del tipo “Non c’è nulla di cui preoccuparsi”, ma cercare attivamente di capire come si sente.
3 cose ci saranno di molto aiuto:
- osservare attentamente ciò che il bambino sembra provare
- riconoscerne la legittimità
- essere presenti.
2. Creare un ambiente sicuro
I concetti di didattica inclusiva permettono di creare un contesto rassicurante. Ogni bambino riceverà l’aiuto di cui ha bisogno. Questo lo metterà nella condizione di diventare padrone dei suoi apprendimenti e non loro vittima.
Ovviamente nessun insegnante o genitore vuole offendere un ragazzo, ma quando è in preda all’ansia quest’ultimo potrebbe essere particolarmente sensibile ad osservazioni fatte in pubblico. Magari la stessa frase fatta in privato potrebbe esordire un effetto molto più positivo.
Infine il giusto concetto dell’errore aiuterà a creare un ambiente protetto. È molto importante aiutare i ragazzi a capire che l’errore non è indice di fallimento, ma è l’indicatore che porta alla crescita e al progresso. (Puoi approfondire questo argomento qui)
3. Aiutare ad affrontare prove e verifiche
L’ignoto spaventa è risaputo, svolgere un esempio della prova o della verifica che si dovrà fare permetterà agli alunni di sapere cosa aspettarsi. È un aspetto che potrebbe aiutare a diminuire l’ansia da prestazione scolastica. Sarete d’accordo con me che anche il cronometro puntato è un fonte di stress tremenda, per tutti, ma per chi ha uno stato ansioso potrebbe creare uno stato di tensione tale da non riuscire ad accedere alle proprie conoscenze.
Infine anche qui esplicitare che gli errori non definiscono la persona, ma indicheranno quale direzione prendere per rendere sia l’insegnamento che l’apprendimento più efficace.
5. Capire il linguaggio del corpo
L’ansia è strettamente legata a sintomi fisici, che sia mal di testa, mal di pancia, batticuore o fiato corto. Spieghiamo questi sintomi ai bambini, così che imparino a capirli e gestirli.
Il nostro corpo ha la responsabilità di mantenerci in vita e di solito innesca questi meccanismi, a seconda della circostanza, per prepararci alla lotta, con l’aumento del battito cardiaco per esempio, o alla fuga, quando tutto il sangue scende nelle gambe.
Queste spiegazione li aiutano a capire meglio se stessi e di conseguenza diminuire gli effetti dell’ansia.
6. Problem solving
L’ultimo punto è quello di insegnare l’arte del problem solving.
Per farlo aiutiamoli a identificare il problema. Facciamolo scrivere su un foglio di carta in una prima colonna. Poi una volta isolati le varie problematiche, facciamo una seconda colonna dove inserire le varie soluzioni possibili. Molto probabilmente il bambino sarà in grado da solo di individuare le soluzioni. A questo punto si può ragionare con lui su qual’è la soluzione più pratica.
Personalmente come hai affrontato l’ansia scolastica? Condividi la tua esperienza nei commenti.
Se vuoi approfondire l’impatto delle emozioni sull’apprendimento clicca qui.
Fonte: AID Associazione Italiana Dislessia
Foto di ambermb da Pixabay