La comprensione del testo è un argomento fondamentale se vogliamo parlare di scuola e di apprendimento. Una citazione della scrittrice Susanna Tamaro recita “i libri servono a capire e a capirsi, e a creare un universo comune anche in persone lontanissime.”

La sua riflessione mette in luce che la comprensione testuale non riguarda solo la scuola, ma è presente in ogni aspetto della vita della persona sia a livello personale che relazionale, per esempio, dalla lettera di un amico alle sfumature della trama di un romanzo. È forse meno importante capire correttamente la procedura di una ricetta, un nuovo decreto ministeriale o il manuale d’uso di un dispositivo tecnologico? Quindi afferare testi di varia natura è basilare per la crescita non solo intellettuale o professionale, ma anche personale. Tuttavia questa abilità può presentare delle vere e proprie sfide. Vediamo per quale motivo.

La comprensione del testo, un processo cognitivo complesso

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Secondo il vocabolario Treccani, il significato di comprensione è “l’atto e la facoltà di comprendere con l’intelletto, di far propria una nozione.” Già solo con questa definizione comprendiamo che i processi necessari sono diversi. Infatti comprendere un testo non significa solo leggerlo e conoscere le parole che contiene. Implica l’elaborazione di queste parole e frasi, in collegamenti logici, cioè inferenze, non solo tra loro, ma anche con le proprie conoscenze pregresse, così da creare un’immagine mentale personale.

La comprensione di un brano quindi richiede da una parte delle abilità di base, come l’elaborazione fonologica, la competenza di lettura, le conoscenze lessicale e grammaticale. D’altra parte delle capacità più complesse, come il ragionamento logico nel collegare le idee tra loro, integrare le informazioni nuove con quelle vecchie, essere in grado di valutare la propria comprensione e non meno importante la memoria di lavoro.

Comprensione testuale e DSA

Il disturbo della comprensione del testo non rientra nell’elenco dei DSA, e non esiste una classificazione diagnostica esclusiva di questa difficoltà. I DSA sono inclusi all’interno dei Disturbi del Neurosviluppo come deficit delle abilità di base (lettura, scrittura e calcolo).

Tuttavia nei soggetti con DSA e specialmente se presentano una forte compromissione dell’abilità di decodifica del testo, c’è molto spesso anche questo disturbo. Ovviamente nel contesto scolastico, il problema ha un effetto notevole, perché la pagina stampata è il principale vettore di conoscenza. Un aspetto peculiare è che le difficoltà di comprensione testuale non dipendono sempre dalla presenza della dislessia. Infatti può essere presente un deficit persistente di questo tipo, senza un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA).

Ad ogni modo i bambini e i ragazzi con un DSA molto spesso riscontrano difficoltà nel capire il testo. Specialmente se esiste già una fragilità dal punto di vista linguistico, ma altre funzioni intervengono nel processo di comprensione testuale come le capacità cognitive, le funzioni esecutive o la memoria di lavoro.

Fattori predisponenti

Il fattore principale è una difficoltà di processing online di tipo linguistico. Questo comporta che nella diagnosi, sia nello stabilire un percorso riabilitativo o abilitativo, siano valutati gli aspetti linguistici specialmente rispetto all’abilità recettiva, per escludere un problema nella comprensione del linguaggio in ascolto.

Un ulteriore fattore da tenere in considerazione è la memoria di lavoro. Questa può incidere in modo molto pesante sulla capacità di processazione linguistica.

Considerato che queste condizioni sono spesso parte del quadro di un dislessico, non sorprende che la comorbidità sia molto alta. Per questo motivo è essenziale fare una valutazione funzionale per mettere in chiaro il profilo specifico e tutti gli elementi in gioco.

Come e quando fare una valutazione per la difficoltà di comprensione del testo

La valutazione viene fatta da uno psicologo o un neuropsichiatra a bambini scolarizzati e che sono stati esposti alla lettura. I test per individuare questo disturbo fanno parte di batterie di test neuropsicologici specifici e standardizzati per età e per livello di scolarità.

Il Disturbo Specifico dell’Apprendimento è diagnosticabile in modo certo a partire dalla fine della seconda elementare. Ciò nonostante non è necessario aspettare, anzi, una diagnosi precoce si rivela un punto di forza molto importante. Le abilità di letto-scrittura e di comprensione del testo possono essere valutate anche prima della fine della seconda elementare. Questa valutazione individua precocemente possibili ritardi di apprendimento e consente di potenziare le abilità di base o di recuperare il ritardo.

Solo attraverso la valutazione neuropsicologica è possibile stabilire quale effettiva difficoltà presenta il bambino; ci dà il suo profilo globale. Prevede l’impiego di un protocollo clinico molto ricco e un’osservazione puntuale di tutti gli aspetti cognitivi, delle funzioni di base come l’attenzione e la memoria, delle abilità strumentali, oltre che del linguaggio.

Come si interviene in aiuto dello studente

Come detto precedentemente il primo passo è la valutazione neuropsicologica funzionale. Questa mette in luce le abilità deficitarie consentendo così di orientare l’intervento. Il suo obiettivo sarà duplice: incrementare gli aspetti in deficit e potenziare quelli che hanno un ruolo importante per rispondere alle richieste scolastiche. La terapia primaria è quella logopedica e neuropsicologica, ma ogni bambino e ogni ragazzo necessita di un progetto educativo personalizzato con controlli periodici del quadro evolutivo.

Il ruolo di genitori e insegnanti

Dal punto di vista della motivazione e dell’autostima, i genitori sono in prima linea per sostenere il bambino o il ragazzo. Va ricordato che rimangono i primi responsabili del suo benessere psicologico. Tuttavia per garantire uno sviluppo armonico del bambino è fondamentale un lavoro di rete tra la famiglia, il terapeuta e la scuola, per aiutarlo a far fronte alle sue difficoltà.

Per quanto riguarda l’insegnante, nello specifico non dovrebbe mai dare per scontato che il ragazzo abbia l’autonomia necessaria per rispondere alla richiesta scolastica. Per questo motivo la stretta collaborazione con il terapista gli permette di adottare strumenti adeguati o dare il supporto più efficace per la situazione dello studente in difficoltà.

Il lavoro di rete costituisce la migliore terapia e la migliore prevenzione di cronicizzazione di qualsiasi difficoltà. È la garanzia del successo terapeutico, educativo e riabilitativo.

Apriamo la porta al sapere

In conclusione, vista la complessità dei processi di comprensione testuale e il suo ruolo fondamentale a livello scolastico, professionale e soprattutto personale, è necessario non sottovalutare questa difficoltà. Non aspettiamo! Una valutazione precoce è la carta vincente. Dopo un’attenta osservazione neuropsicologica sarà possibile potenziare le abilità deficitarie e così rendere l’accesso alla conoscenza più agevole e soddisfacente. I ragazzi e i bambini ne trarranno grandi benefici non solo a livello scolastico, ma anche in termini di autostima e autoefficacia.

Come già sottolineato, è fondamentale la collaborazione tra le varie figure che ruotano intorno ai ragazzi. Credo che sotto questo aspetto è indispensabile la giusta informazione, sia per noi genitori che per gli insegnanti; perché il trovarsi davanti un possibile DSA mette tutti sotto stress, fattore spesso sfavorevole per le relazioni interpersonali.