“Think different”. Questo “pensare diversamente” di Steve Jobs lo ha portato ad inventare una tecnologia che ha rivoluzionato la vita di tutti noi. Quando si parla di un modo di pensare diverso, non si può non pensare alla dislessia e ai DSA. Quando siamo confrontati con i DSA, cosa possiamo imparare da quest’uomo, le cui intuizioni lo hanno fatto passare alla storia? Vediamo prima in breve la biografia di Steve Jobs.

Steve Jobs, nascita di un imprenditore

Steven Paul Jobs nacque da due giovani studenti in California il 24 febbraio 1955. Per permettergli di avere un futuro più sicuro e la possibilità di studiare, i genitori provarono a darlo in adozione ad una coppia con un livello d’istruzione elevato, la quale, in seguito lo rifiutò. 

In seguito fu affidato a una coppia meno istruita, Paul Reinhold Jobs e Clara Hagopian residenti a Mountain View, in California che alla fine lo adottarono. Anche se nella biografia ufficiale, scritta da Walter Isaacson, non si parla esplicitamente né di dislessia, né di DSA, molti particolari ci permettono di annoverarlo tra i dislessici famosi. Lui stesso si definì una peste a scuola e in effetti, anche da grande, dopo appena un semestre, interruppe gli studi universitari. Molto spesso il percorso scolastico dei ragazzi con DSA è turbolento e difficoltoso.

Fondatore di Apple

Nel 1974 lavorò per Atari con Steve Wozniak con il quale nel 1976 fondò la Apple Computer. Nel 1977 la vendita di Apple II che fruttò quasi un milione di dollari, segnò l’inizio del suo successo. Nel corso del tempo introdusse il mouse e infine nacque il personal computer Apple Macintosh, con un nuovo sistema operativo. Tuttavia quest’ultimo non riscosse il successo atteso. Questo lo portò ad uno scontro con l’amministrazione Apple che si concluse con le sue dimissioni.

Dall’insuccesso al trionfo

Essere licenziato da Apple fu la cosa migliore che potesse capitarmi. […] Mi liberò dagli impedimenti permettendomi di entrare in uno dei periodi più creativi della mia vita…,

raccontò in seguito. Di sicuro non se ne rese conto subito, perché avviò una nuova attività, NeXT Computer, che non andò come sperava. In quel frangente comprò la Pixar, che sfondò infine con il lungometraggio, Toys Story realizzato completamente al computer.

Mentre da una parte vendette la Pixar a Walt Disney, dall’altra la Apple s’interessò al suo nuovo sistema operativo. Quindi Steve Jobs fu reintegrato come CEO, nel 1997, e la NeXT Computer fu assorbita da Apple. Iniziò per Steve un nuovo capitolo. Furono lanciati sul mercato iMac, iPod, iPad e divenne di fatto l’inventore dell’iPhone, senza parlare dell’apertura degli Apple Store in tutto il mondo. A questo punto la Apple era diventata un vero e proprio punto di riferimento nel campo dell’elettronica.

Steve Jobs dislessico

Il 5 ottobre 2011, all’età di 56 anni, Steve Jobs morì a seguito di un peggioramento di un tumore del pancreas nella sua casa a Palo Alto in California.

Riflessioni sulla vita, non solo di un dislessico famoso

Al di là dell’eventuale sua dislessia, è interessante osservare un percorso che non è sempre lineare. Anzi nella vita il nostro percorso spesso non lo è, sia per le esperienze che viviamo, che per le persone che incontriamo lungo il nostro cammino.

Un aspetto che tutti, e sottolineo tutti, affrontano, è l’insuccesso. Ciò che fa la differenza non è l’insuccesso in sé stesso, ma come lo si affronta. Questa è una realtà che un bambino con DSA si trova a sostenere molto presto. Tuttavia siamo noi adulti a dovergli insegnare a gestire questa situazione negativa e dolorosa. Purtroppo molto spesso, non perché non si voglia bene al bambino, ma perché non si capisce bene cosa gli succede, ci si ritrova a dargli comunque parte della colpa del suo insuccesso, per esempio accusandolo di scarso impegno. Invece, come disse Steve Jobs, quello è il momento di sprigionare la creatività per affrontare l’insuccesso in modo efficace.
Un’altra caratteristica interessante si evince da una sua frase:

Fate tesoro dell’amore per la vostra famiglia, dell’amore per il vostro coniuge, dell’amore per i vostri amici…
Trattatevi bene. Abbiate cura del prossimo.

Durante la sua vita è stato definito pignolo ed egocentrico, ma alla fine si è reso conto che pur avendo raggiunto traguardi notevoli in termini di ricchezza e fama, le cose veramente importanti restano le relazioni con le persone. Allo stesso modo quando siamo confrontati con un Disturbo Specifico dell’Apprendimento durante il percorso scolastico, l’impatto del deficit è così grande che sembra che tutta la vita sarà vincolata da quel disagi, ma non è così. Sono le relazioni quelle veramente importanti, sia in famiglia che a scuola.

Infine mi è piaciuta tanto questa frase:

Sono convinto che circa la metà di quello che separa gli imprenditori di successo da quelli che non hanno successo sia la pura perseveranza.

Quindi non abbassiamo mai le braccia! Hai trovato anche tu qualche particolare interessante della vita di Steve Jobs? Scrivilo nei commenti.

Foto: Di Matthew Yohe – Opera propria