Sabrina Brazzo si svela nel suo spettacolo “La mia vita d’artista”. La resilienza e la resistenza a fatica sono due proprietà dei metalli. La prima definisce la capacità di questo materiale di resistere agli urti, mentre la seconda la capacità di resistere all’usura.

Ma cosa centra con una ballerina di fama mondiale? E soprattutto, che nesso ci può essere con la dislessia? Scopriamolo insieme.

Il mestiere e l’arte della ballerina

Questa carriera richiede oltre al talento, carattere, determinazione e spirito di sacrificio. Tutte qualità che hanno caratterizzato l’artista Sabrina Brazzo. Questa stella è nata a Portogruaro (VE), il 1° gennaio 1968. È vissuta prima a Venezia e poi consegue il diploma alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala, dove prenderà il via la sua carriera.

Nel 2001 interpretò il ruolo di Giselle nella versione Sylvie Guillem in qualità di Prima Ballerina e in seguito oltre ai principali ruoli del repertorio classico e moderno, ha ballato sui palcoscenici dei teatri più famosi del mondo. La sua vita è stata costellata da numerosi premi e riconoscimenti tra cui anche quello di Cavaliere della Repubblica.

Nel suo spettacolo “La mia vita d’artista” traccia il percorso della sua vita, incluso ciò che la dislessia comportò per lei. Quando si pensa all’Accademia della Scala e in particolare alla scuola di ballo, si immagina una vita fatta solo di danza, movimento e musica.

Come può la dislessia creare difficoltà nel mondo della danza?

La danza è composta da tante parole, ogni gesto ha un termine specifico e la dislessia rendeva tutte quelle parole senza significato. Per la giovane ballerina, rappresentava un problema, non solo nella sala di ballo, ma anche fuori. Chiedere delle indicazioni per strada era un impresa; destra e sinistra, il nome delle fermate della metro, erano tutti termini pieni di confusione. Con grande determinazione, questa giovane e brava ballerina imparò, non grazie alle parole, ma guardando la sua compagna, una volta visto il movimento, tutto era più facile, più chiaro, perché come lo dice lei stessa nel suo spettacolo:

“siamo tutti straordinariamente diversi e abbiamo tutti modi diversi d’imparare.”

DSA, resilienza e resistenza alla fatica

In un’intervista, è molto bella l’espressione di quest’artista di successo parlando di ciò che ha significato la dislessia nella sua vita:

“Mi ha colorato la vita di sfumature grigie, spesso a tinte fredde, ma che ho trasformato in sensazioni positive, traendo da un disagio un punto di forza per poter emergere ed affermare le mie doti artistiche.”

Questa è una bella definizione della resilienza.

Affrontare la difficoltà a scuola e a casa, è una sfida di tutti i bambini e ragazzi con DSA. Lo stress continuo ha un impatto sulla personalità e l’autostima che può risultare molto profondo e doloroso. Inoltre trovandosi in una situazione di disagio non è raro che siano anche confrontati con il problema del bullismo. In sostanza la dislessia richiede delle ottime qualità come la resistenza alla fatica e la resilienza.

Sabrina Brazzo, un esempio straordinario di dislessia

Quando si affronta i Disturbi Specifici dell’Apprendimento, giorno dopo giorno, anno dopo anno, può capitare di pensare che non siano sfumature di grigio, ma più sfumature di nero. L’esempio di questa ballerina è una luce da accendere in quei momenti per ricordarci, sia a noi genitori che ai ragazzi, che la determinazione ci permetterà di raggiungere i nostri sogni, a prescindere dalle difficoltà dovute alla dislessia.

Questo è stato un motivo per il quale Sabrina Brazzo insieme ad Andrea Volpintesta hanno ideato questo spettacolo. L’obiettivo è proprio quello di incoraggiare tutti, e in particolare i giovani, a pensare che tutto, in realtà, si può fare lavorando per superare le difficoltà che la vita ci pone. Inoltre Sabrina Brazzo ha detto:

“Se avete un grande sogno dovete seguirlo ed essere ancora più convinti che quello può non essere solo un sogno”.

La vita non è solo dislessia

Questo spettacolo è bello anche per un altro motivo. Quando si affronta la scuola con un DSA, spesso siamo, genitori e figli, così coinvolti per il peso che comporta che sembra che tutta la vita sia così. La rappresentazione mette il disturbo nella giusta prospettiva rispetto al resto della vita. È vero che bisogna lottare, ma la vita è fatta anche di nuove esperienze elettrizzanti, soddisfazioni e riconoscimenti. Non è solo scuola e noi non siamo la nostra dislessia. È sempre bene ricordarlo per vedere tutto nella giusta ottica.

Il ruolo degli insegnanti di ballo

In un contesto come la danza, che già di per sé è un’arte molto difficile, la competizione è notevole. Emergere e raggiungere il ruolo di Prima Ballerina è molto difficile ed è quindi fondamentale il ruolo degli insegnanti. Con la loro preparazione guidano gli allievi, non solo dal punto di vista tecnico, ma sono molto attenti anche alla condizione fisica e psicologica dei giovani ballerini.

Allo stesso modo, i genitori e gli insegnanti, nella vita di tutti i giorni, devono essere molto attenti, non solo ad insegnare a leggere, scrivere e far di conto; ma devono aver cura anche degli aspetti psicologici che possono entrare in gioco quando i loro giovani studenti sono confrontati con uno o più DSA. Tutti insieme possiamo dare loro, come conclude lo spettacolo Sabrina Brazzo, serenità e dignità.

Cosa ti ispira e ti fa pensare la vita di Sabrina Brazzo? Raccontalo nei commenti.