Hai mai sentito l’espressione comorbidità DSA? La comorbidità o comorbilità è un termine medico che definisce la coesistenza di diverse patologie nello stesso soggetto. Sorge spontanea la domanda: se i DSA non sono una malattia allora ha senso parlare di comorbidità? In realtà è molto importante essere consapevoli di questa condizione, perché non riconoscerne l’esistenza ci potrebbe indurre a sbagliare approccio, didattica o non dare l’aiuto veramente utile e pratico al ragazzo.

Comorbidità DSA: significato

Quando si parla di DSA, principalmente viene a mente la dislessia. Questo disturbo riguarda all’incirca il 5% della popolazione e si presenta molto spesso da solo. Tuttavia può comunque essere accompagnata anche dalla disortografia e dalla disgrafia. Questi casi, secondo uno studio svolto dal Prof. G. Stella, ha un’incidenza che può raggiungere anche il 21,7% (Stella et al 2009). Oltre a questo si ritiene che anche tra la dislessia e la discalculia la coesistenza possa oscillare tra il 40-70%. Tanto è vero che in considerazione di questa realtà, le più recenti impostazioni dei punti di riferimento scientifici (DSM5 e ICD10) tendono ad una prospettiva unificante dei DSA come un unico disturbo che si può manifestare secondo modalità diverse. Tutto questo ci fa capire da un lato che il significato della comorbidità dei DSA è la coesistenza dei diversi disturbi specifici, dall’altro che non è un fattore da sottovalutare.

DSA e comorbilità: cosa comporta

Parlando di disturbi specifici dell’apprendimento, parliamo di funzioni di base. Questo già di per sé rende complicato identificare in modo univoco il disturbo, perché queste funzioni si intersecano tra loro in tutte le attività scolastiche.
Per esempio l’alunno potrebbe avere grosse difficoltà nel risolvere i problemi matematici, ma non necessariamente potrebbe essere discalculia, perché il linguaggio dei problemi comporta tante inferenze da renderne difficile la comprensione ad un dislessico. Quindi la causa della difficoltà è la discalculia o la dislessia? Oppure un ragazzino potrebbe sembrare disortografico per il gran numero di errori di compitazione, ma in realtà la sua grafia è tale da rendere difficoltosa la rilettura. Sarà disortografia o disgrafia? Identificare qual è la causa e quale la conseguenza non è affatto scontato. Ragion per cui anche sapere come intervenire sarà problematico.
In sostanza il disagio di uno specifico DSA ha ripercussioni a 360°, pensiamo quando se ne sommano diversi. Dunque per usare strumenti appropriati e una didattica adatta al bambino è indispensabile identificare tutte le comorbilità presenti per capire cosa sia la causa o la conseguenza. Una vera rete scuola-famiglia-specialisti può essere l’asso nella manica.

Comorbidità nei disturbi specifici

I vari protagonisti non sono solo disturbi specifici dell’apprendimento. Infatti se da una parte la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia possono presentarsi insieme. Ci sono altri disturbi che possono presentarsi con i DSA.

Le combinazioni possono essere le più diverse, per esempio DSA con il Disturbo dello Spettro Autistico, disgrafia e disprassia (Disturbo di coordinazione motoria), DSA e depressione o ansia.

Qui di seguito vi riporto alcune percentuali emerse da diversi studi specifici svolti da Gagliani nel 2007 e 2010 e Stella nel 2009.

 

Tabella delle varie comorbidità con i DSA e la dislessia

Come si può notare l’ADHD è presente in media insieme ai DSA nel 45%. È un valore certamente da tenere in considerazione. Come anche l’incidenza del Disturbo specifico del Linguaggio siamo sui 50% dei casi. Tuttavia può esiste anche la comorbilità con disturbi del comportamento, della condotta o dell’affettività. Ci rendiamo conto che le combinazioni possono essere tante e rendere la gestione della didattica una vera sfida.

La collaborazione per una didattica efficace

Come possiamo aiutare in modo efficace un bambino con DSA e comorbilità con altri disturbi? Per stabilire gli interventi più adatti o gli strumenti compensativi più efficaci bisogna capire bene cosa comportano tutte queste caratteristiche e come interagiscono tra loro. Di conseguenza la chiave per questo è avere la possibilità di confrontarsi con uno specialista. Questo dialogo permetterà non solo di capire il bambino e le difficoltà che affronta, ma lavorando in simbiosi sia a scuola che, per esempio in riabilitazione, la didattica oltre ad essere personalizzata potrà avere una valenza strategica permettendo al bambino di raggiungere l’obiettivo di una formazione di successo. Hai riscontrato anche tu la comorbidità dei DSA? Come l’hai gestita e quali problemi hai incontrato? Scrivilo nei commenti.

Fonte: Intervento del Dott. E. Ghidoni al IV Convegno nazionale Potenziamenti